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Immagine del redattoreSalvatore Delli Paoli

DELLI PAOLI E L'INTRECCIO TRA "CARITA', RELIGIONE E POTERE A MARCIANISE NEL SETTECENTO" RECENSIONE DI ANGELO AGRIPPA

Aggiornamento: 9 apr

di Angelo Agrippa

Occorrono "huomini e persone probe, idonee, benestanti e litterate, sotto pena di nullità". Più che un precetto era, di fatto, un'esortazione quella contenuta in una disposizione per la designazione degli amministratori della ex Casa Santa dell'Annunziata di Marcianise nel '700: un ente benefico tra i principali del Meridione che provvedeva al fondamentale compito di assistere le persone bisognose, di avviare al maritaggio fanciulle povere et honeste, accogliere anziani abbandonati e bambini esposti.

Tuttavia non sempre il profilo richiesto come requisito -"pena di nullità"- corrispondeva a quello dei prescelti, cooptati nell'ambito del notabilato locale: angusto recinto di intrecci di parentela e di complicità di casta. E il cerchio si chiudeva con gli amministratori della città che designavano i governatori negli enti di beneficenza: "Una sorta di consorteria -scrive Salvatore Delli Paoli in Carità, religione e potere a Marcianise nel Settecento (Libritalianet) che chiude la sua preziosa trilogia dedicata agli studi per la storia di Marcianise e di Terra di Lavoro- caratterizzata dal potere agrario (i massari) direttamente posseduto o per la maggior parte gestito tramite il fitto dei terreni di proprietà della Casa Santa".

L'enfiteusi è l'istituto al quale si ricorreva: l'impegno al miglioramento dei fondi a fronte di un canone di affitto irrisorio, vincolato a periodi molto lunghi, legittimava, di fatto, l'esercizio arrogante e ininterrotto del potere dei pochi sulla miseria dei tanti poveri braccianti. Non solo: l'auto referenzialità del ceto a vocazione predatoria diede forza alla impunità dei suoi rappresentanti, i quali si scambiavano disinvoltamente i ruoli di gestione e di vigilanza. Una condizione di assoluto parassitismo che durò fin quando, nel 1768, intervenne re Ferdinando IV assegnando al governatore di Capua, Carlo Paoletti, in quanto Marcianise era casale capuano, il compito di avviare una indagine esplorativa sulla conduzione della Casa Santa e degli undici "Luoghi pii laicali di Marcianise" ad essa collegati.

Secondo Delli Paoli, le entrate finanziarie dal 1780 al 1790 ammontarono mediamente a circa 17 mila ducati all'anno: una somma più che rilevante, per buona parte generata dal fitto dei terreni e degli immobili, dalle attività commerciali e dai prestiti di denaro. Dall'indagine emerse un buco senza fondo, dovuto ai mancati incassi accumulati nel tempo attraverso "abbuoni" del tutto irregolari. "Gli amministratori e i razionali -racconta Delli Paoli- vennero chiamati a rendere conto del loro operato e per quelli che erano nel frattempo defunti vennero chiamati i loro eredi. A Marcianise si diffuse il terrore".

La meticolosa e successiva opera di bonifica consentì di recuperare una parte delle risorse distratte, ma soprattutto consentì la rinascita delle attività assistenziali e di investimento sociale ed economico, a partire dall'ospedale, che fu ampliato e ristrutturato; alla costruzione della "casa dello scannaggio", il mattatoio, tra i primi realizzati nel '700, con il beneficio di cancellare l'insana pratica di macellare gli animali per strada; al riassetto viario della città, anche su impulso diretto del sovrano, il quale, in previsione della costruzione della reggia di Caserta, volle la nuova strada delle "Cacce del Carbone", per potere meglio dedicarsi alla sua passione. La concentrazione di potere nelle mani di pochi notabili è parte di un registro che ribadisce i suoi vizi nel tempo; così nell'Ottocento, quando il canonico di Marcianise Giovanni Battista Novelli risultava allo stesso tempo esattore della tassa sul macinato e proprietario dell'unico mulino, ma almeno sul letto di morte seppe riscattare la sua anima donando i suoi averi al popolo.

Lo cita lo storico pugliese e parlamentare del Regno d'Italia Raffaele De Cesare nel suo monumentale La fine di un Regno: "Marcianise aveva parecchi istituti di beneficenza accresciuti infinitamente nei nuovi tempi da lasciti di quel canonico Novelli che figurò come grande agente elettorale in Terra di Lavoro e morì lasciando una cospicua sostanza". E' con Novelli che si chiude, di fatto, una lunga storia di impegno munifico e generosa attenzione ai bisognosi che tanto ha inciso sull'orgoglio identitario della comunità; talvolta però sporcato dalle irruzioni di volgari grassatori, allora in tabarro, oggi in auto fuoriserie, che di tanto in tanto continuano a tornare inspiegabilmente alla ribalta.

Angelo Agrippa

da "Il Corriere del Mezzogiorno" martedì 26 marzo 2024, pag. 7




Disponibile presso la Libreria Gionti via Grillo 81025 MARCIANISE

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